Grazie alla collaborazione con il Centro Studi di Confindustria Cuneo pubblichiamo con cadenza trimestrale, la nota congiunturale Indagine di previsione per la provincia di Cuneo per il primo trimestre 2023
LO SCENARIO
Si fa sempre più strada il timore di un forte rallentamento del ciclo economico, nonostante il progressivo e graduale calo dei prezzi delle commodity nei mercati internazionali, la ritrovata (quasi) normalità del trasporto internazionale di merci dopo i problemi connessi alla pandemia e una crescita nel terzo trimestre superiore alle aspettative.
I nodi di una possibile recessione restano tanti, a partire dalla possibilità di una brusca frenata negli Stati Uniti, mentre in Cina si teme una crescita debole, gravata anche dai vincoli strutturali slegati dalla pandemia. In Europa, in tutto questo, permangono elementi positivi: tiene ancora, inaspettatamente, la domanda interna nonostante i picchi dell’inflazione, il mercato del lavoro si mostra robusto, mentre si attenuano, seppur temporaneamente, le tensioni nel mercato del gas. A tutto questo si contrappongono, tuttavia, climi di fiducia di famiglie e imprese ancora in peggioramento o, quantomeno, su livelli minimi, suggerendo una situazione di debolezza prospettica.
Le previsioni dei principali istituti rimangono, dunque, orientate alla cautela e confermano una debole crescita del PIL e del commercio mondiale nel 2023 dopo la recessione tecnica (due trimestri consecutivi di PIL in contrazione) nell’Area Euro e negli Stati Uniti e il PIL cinese che non raggiunge l’obiettivo governativo del 5,5%. Tuttavia, non sono ravvisabili al momento criticità tali da indicare che la recessione sarà profonda.
L’Italia quest’anno ha sorpreso in positivo più di altri Paesi. Nei primi nove mesi dell’anno l’andamento è stato ampiamente superiore rispetto alle previsioni di primavera, formulate dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Come negli altri Paesi europei, la domanda interna, in particolare i consumi delle famiglie, sono stati il principale traino. Anche gli investimenti sono andati bene, ma si sono concentrati molto nell’edilizia e nei trasporti. Il rischio adesso è che il loro buon andamento sia stato legato a fattori temporanei, come gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie, e che possa, in prospettiva, risultare molto variabile.
In generale, dovrebbero esserci le condizioni per cui nei prossimi mesi il nostro Paese possa mantenere una performance relativamente buona. La presentazione della manovra di bilancio, con un obiettivo di indebitamento per il 2023 del 4,5% del PIL in linea con le indicazioni del precedente governo, sembra aver sciolto varie incertezze. In base alle più recenti previsioni[1], il debito su PIL dovrebbe crescere solo leggermente il prossimo anno, in parte grazie anche all’incremento dell’inflazione. Il PNRR potrebbe dare un importante contributo, con investimenti in aumento a oltre 40 miliardi rispetto ai 15 del 2022. Per raggiungere questo obiettivo la macchina amministrativa dovrà impegnarsi a lavorare a pieno regime e senza rallentamenti dovuti a shock esterni. I rischi, ovviamente, non sono assenti.
Nelle prime due settimane di dicembre, l’indagine congiunturale realizzata dalle territoriali piemontesi del Sistema Confindustria ha raccolto le valutazioni di circa 1.100 aziende. Le incertezze legate al quadro economico complessivo trovano un riscontro nelle aspettative delle imprese piemontesi. Per quanto riguarda la produzione il 19,8% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 15,8% che si attende una diminuzione, con un saldo positivo che sale al 4,0% (era al +2,1% a settembre). Il 17,8% prevede un
aumento dell’occupazione, contro il 7,9% che ne prevede la riduzione, mantenendo il saldo stabile a +9,9% (era +9,8% nella scorsa rilevazione). Per gli ordinativi il saldo è +1,4%, in aumento di 2 punti percentuali, mentre le attese sull’export, pur migliorando, restano negative (-2,1%). Leggero rialzo per gli investimenti, che interessano il 27% delle rispondenti dal 25,7% di settembre, stabile il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’8,3% delle imprese, un valore fisiologico. Invariato il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (80%). Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), ancora ottimiste sui livelli produttivi (saldo +8,1%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo del +2,4%.
A livello territoriale le 260 imprese associate a Confindustria Cuneo che hanno preso parte all’indagine di previsione per il primo trimestre 2023 esprimono valutazioni in linea con quelle medie regionali.
Come il trimestre scorso, nel manifatturiero tutti gli indicatori anticipatori, ad eccezione del saldo sull’occupazione, sono negativi. I saldi ottimisti-pessimisti per ordini e produzione sono rispettivamente pari a -8,8% e -7,6% (erano -8,9% e -4,7% a settembre). Anche l’export registra un saldo negativo (-1,5%), ma in recupero rispetto a quello totalizzato per il quarto trimestre 2022 (-7,7%). Ancora positiva, invece, l’occupazione, con un saldo che resta a +4,1%, di poco inferiore alla scorsa rilevazione. A livello consuntivo si mantiene elevato il tasso di utilizzo delle risorse (76,3%) a fronte di un miglioramento nella propensione ad investire che interessa il 25,3% delle aziende, in salita rispetto al 23,9% di settembre. Cresce meno di un punto il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 7,8% delle imprese manifatturiere cuneesi.
Nei servizi il clima di opinione migliora rispetto a settembre. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari al 20,9% (era 6,6% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +15,1% (da -2,2%), quello sull’occupazione sale a +14% (da +12,1%). Gli investimenti cedono un punto percentuale (22,4%), mentre scende il ricorso alla CIG (da 4,4% a 1,2%). Resta alto il tasso di utilizzo delle risorse (83,8%).
MANIFATTURIERO
LE PREVISIONI PER IL PRIMO TRIMESTRE 2023
A dicembre il clima di fiducia delle 170 aziende manifatturiere del campione cuneese per il primo trimestre 2023 si mostra improntato alla cautela sebbene alcuni indicatori mostrino un lieve recupero rispetto al trimestre scorso. I saldi sulla produzione cedono quasi 3 punti rispetto a settembre: l’11,2% delle aziende prevede un aumento dei livelli produttivi, contro il 18,8% che si attende una diminuzione. Il saldo ottimistipessimisti corrispondente è pari a -7,6 punti percentuali. Negative, ma in ripresa, anche le attese sull’export con un saldo ottimisti-pessimisti pari a -1,5% (da -7,7% a settembre), stante la debolezza diffusa che connoterà nei prossimi mesi il commercio globale. Sfavorevoli le aspettative anche per gli ordinativi, con un saldo che rimane sostanzialmente invariato rispetto alla scorsa rilevazione (-8,8%).
ASPETTATIVE SULLA PRODUZIONE INDUSTRIALE, 2009-2023 I trim.
(saldi ottimisti-pessimisti)
Fonte: Indagini Congiunturali CSC Cuneo
ASPETTATIVE SU ORDINI TOTALI E ORDINI EXPORT, 2009-2023 I trim.
(saldi ottimisti-pessimisti)
Fonte: Indagini Congiunturali CSC Cuneo
Pur cedendo poco più di un punto percentuale, si mantiene sui livelli medi di lungo periodo il tasso di utilizzo di impianti e risorse, stabilmente al di sopra dei valori di ciclo economico normale (76,3%, -1,3 punti rispetto a settembre).
TASSO DI UTILIZZO DELLA CAPACITÀ PRODUTTIVA
(percentuale)
Fonte: Indagini Congiunturali CSC Cuneo
Il 12,4% delle imprese manifatturiere che hanno partecipato all’indagine prevedono un rafforzamento dell’organico, contro l’8,2% che ne prevede la riduzione, con un saldo ottimisti-pessimisti pari a +4,1% (-1,1 punti rispetto a settembre). Sale leggermente il ricorso alla cassa integrazione che interessa il 7,8% delle imprese (dal 7%).
PREVISIONI DI RICORSO ALLA CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI, 2009-2023 I trim.
(% aziende)
Fonte: Indagini Congiunturali CSC Cuneo
Tornano a salire gli investimenti di un certo impegno (dal 23,9% al 25,3% delle aziende rispondenti). Sono, invece, il 45,9% le imprese che prospettano investimenti marginali (50% nella precedente rilevazione).
Il carnet ordini tradisce i timori delle aziende manifatturiere e resta orientato al breve termine, con la quota di aziende con orizzonte superiore ai tre mesi che scende di 4,1 punti. La percentuale di imprese con ordini per meno di un mese sale dal 16,8% di settembre al 17%; il 43,6% ha ordini per 1-3 mesi (da 42,7%), mentre il 24,2% per 3-6 mesi (da 22,7%); la visibilità oltre i 6 mesi resta valida per il 15,1% delle aziende (17,8% a settembre).
Passano dal 33% al 32,3% le aziende che segnalano ritardi negli incassi. La media complessiva dei tempi di pagamento è di 74 giorni (73 a settembre) e di 82 giorni per la Pubblica Amministrazione (79 giorni lo scorso trimestre). È fornitore degli enti pubblici il 34,3% delle aziende manifatturiere intervistate.
Si assestano le attese sugli aumenti dei prezzi in atto da oltre un anno: scende dall’84,3% al 51,2% la quota di aziende che prevede aumenti nei prezzi delle commodity; cala dal 93,5% al 57,8% la percentuale di chi prospetta aumenti dei costi dell’energia e dall’84,9% al 58,1% quella di coloro che temono aumenti dei costi di logistica e trasporti.
A livello settoriale[2] gli indicatori sono tutti positivi soltanto nell’alimentare.
Nella metalmeccanica il clima di fiducia recupera in termini di ordini: salgono di 1,5 punti percentuali le prospettive sugli ordini totali che si attestano a -5,3% (-6,8% a settembre). Le attese sulle vendite all’estero recuperano oltre 7 punti e tornano positive passando da -5,5% a +2%. Il saldo sulla produzione, che era sul punto di equilibrio a settembre, è oggi pari a -1,8%. Si mantengono favorevoli le attese sull’occupazione (14%), mentre la percentuale di imprese metalmeccaniche che pensano di utilizzare la CIG scendono dal 3,5% all’1,8%. Elevato il tasso di utilizzo delle risorse (80,3%).
Il comparto alimentare mantiene un clima di fiducia favorevole: per il primo trimestre 2023, infatti, tutti i saldi sono espansivi. Il saldo sui livelli produttivi torna positivo (da -2,9% a +3,6%). Il saldo sugli ordini totali passa da +5,7% a +3,6%, mentre per le vendite all’estero rimbalza al +20,8% dal +9,7%. Resta favorevole anche il sentiment sull’occupazione (da +5,7% a +3,6%), mentre la quota di aziende dell’alimentare che ricorreranno agli ammortizzatori sociali scende da 5,7% a zero. Il tasso di utilizzo degli impianti è pari a 73,9%.
In raffreddamento le attese nell’edilizia e nel suo indotto. In particolare, si indeboliscono i saldi sui livelli produttivi (da -2,9% a -12,1%), sull’acquisizione di ordini dall’estero (da -11,1% a -13,3%) e di ordini totali (da -11,4% a -12,1%). Positivo, invece, il saldo sull’occupazione che sale al +6,1%, mentre la quota di aziende che ipotizza il ricorso a sistemi di integrazione salariale passa dall’8,8% di settembre al 12,5%. Il tasso di utilizzo degli impianti cede 3,7 punti (70,6%).
Decisamente pessimistiche le aspettative delle imprese della chimica e gomma-plastica: i saldi per ordini totali e vendite all’estero sono pari, rispettivamente, a -30,8% e a -25%. Tornano negative le attese sulla produzione (-15,4% da +11,8%) e quelle sull’occupazione (-7,7% da 5,9%). La percentuale di imprese che prospetta un ricorso alla cassa integrazione è pari al 30,8% (17,6% a settembre). Il tasso di utilizzo degli impianti è pari al 74,6% (74,4% lo scorso trimestre).
Tiene il sentiment delle imprese della cartaria-grafica: scende solo il saldo sulla produzione (-9,1% dal livello di indifferenza), mentre, pur rimanendo negativo, recupera qualche punto quello sull’acquisizione di nuovi
ordini (da -16,7% a -9,1%). Si rafforzano ancora le attese sull’occupazione (da +8,3% a +9,1%), mentre il saldo sull’export resta pari a zero. Nessuna azienda del comparto prospetta l’utilizzo della CIG. Il tasso di utilizzo degli impianti sale all’82,3%.
Ancora molto debole il clima di fiducia tra le aziende dell’estrazione e lavorazione di minerali non metalliferi. Tutti i saldi sono negativi: -11,1% per l’occupazione, -44,4% per i livelli produttivi, -22,2% per i nuovi ordini totali, -12,5% per le vendite all’estero. L’11,1% delle imprese del settore ipotizza di ricorrere agli ammortizzatori sociali, ma il tasso di utilizzo degli impianti sale dal 66,3% al 68,4%.
Permangono difficoltà nelle manifatturiere varie dove, pur recuperando qualche punto, rimane negativo il saldo sui livelli produttivi (-9,1%). È pari al -9,1% anche il saldo per nuovi ordini e occupazione. Le attese sull’export precipitano (-30%). Sale dall’8,3% al 18,2% la quota di aziende delle manifatturiere varie che intende ricorrere agli ammortizzatori sociali, mentre sale al 75,2% il tasso di utilizzo degli impianti (72,9% nella precedente indagine).
SERVIZI
LE PREVISIONI PER IL PRIMO TRIMESTRE 2023
Fonte: Indagini Congiunturali CSC Cuneo
Nei servizi, dopo la lieve frenata del trimestre scorso, la fiducia torna a salire: i saldi si consolidano.
Per le circa 90 imprese che hanno preso parte all’indagine, il saldo relativo ai livelli di attività è pari al +20,9% (era +6,6% la scorsa rilevazione) con un recupero di 14,3 punti; quello sugli ordinativi sale dal -2,2% al +15,1% (+17,3 punti), mentre per le vendite all’estero passa da zero a +3,2%.
Le prospettive di occupazione sono espansive e pari a +14% (da +12,1%). L’1,2% delle aziende dei servizi prevede il ricorso alla CIG (4,4% a settembre), mentre la propensione ad investire cede 1 punto: il 22,4% delle aziende pianifica investimenti di una certa entità.
Il tasso di utilizzo delle risorse si mantiene elevato (83,8% dall’87,5% del quarto trimestre 2022). Cresce dal 30,3% al 31,3% la quota di imprese che lamenta ritardi negli incassi. I tempi di pagamento sono in media pari a 64 giorni (62 a settembre) e a 94 giorni per le transazioni con la Pubblica Amministrazione (da 82) con la quale ha rapporti di fornitura il 52,3% delle aziende di servizi intervistate.
Ancora buone le prospettive del carnet ordini sebbene sempre più orientate al breve periodo. Passano, infatti, dal 16,5% al 18,1% le imprese con ordini per meno di un mese e dal 32,9% al 34,9% quelle con ordinativi per un periodo di 1-3 mesi; scende un po’ la quota di aziende con visibilità per 3-6 mesi (da 18,8% a 16,9%), mentre sono il 30,1% le segnalazioni di ordini per oltre 6 mesi (31,8% a settembre).
Per quanto riguarda la situazione dei prezzi, le attese sugli aumenti risultano più negative rispetto a quanto rilevato nel manifatturiero: scende dal 75% al 72,2% la quota di aziende che prevede aumenti nei prezzi delle commodity; cala dal 96,2% all’81,6% la percentuale di chi prospetta aumenti dei costi dell’energia e dal 74% al 60% quella di coloro che temono aumenti dei costi di logistica e trasporti.
A livello settoriale, il clima di opinione per il primo trimestre 2023 tra le aziende dei servizi è complessivamente favorevole.
Prosegue il buon momento del terziario innovativo, favorito, durante la pandemia, dall’implementazione dello smart working in molti settori e dai processi di digitalizzazione e transizione tecnologica spinti anche dai fondi europei. Il saldo sui livelli di attività sale al +25,9% e quello sugli ordini totali si attesta al +22,2%. Per l’occupazione passa dal +16,1% al +22,2%, mentre nessuna azienda del settore prospetta di ricorrere alla CIG. Il tasso di utilizzo delle risorse resta elevatissimo (90,2%).
Recupera la fiducia nei trasporti e logistica: il saldo sui nuovi ordini è pari al +12,5%, quello sul livello di attività raggiunge il +25% così come quello sull’occupazione, mentre nessuna azienda intende utilizzare la CIG. Il tasso di utilizzo delle risorse aziendali è pari all’86,4%.
Si consolida il sentiment tra le aziende dei servizi vari: il saldo ottimisti-pessimisti è pari al +12,5% per i livelli di attività e per i nuovi ordini. Positive le attese sull’occupazione (+4,2%), mentre il 4,3% delle aziende del comparto intende ricorrere alla CIG. Resta elevato il tasso di utilizzo delle risorse aziendali (80,8%).
Favorevole anche per il primo trimestre del nuovo anno il clima di fiducia delle imprese delle utilities: i saldi su livelli produttivi e occupazione salgono a +40%. È pari a +20% il saldo sull’acquisizione di nuovi ordini.
Nessuna azienda prevede di utilizzare la CIG, mentre il tasso di utilizzo delle risorse aziendali passa dal 90% al 72%.
Recupera, rispetto a quanto rilevato a settembre, la fiducia tra le aziende dei servizi commerciali e turistici: il saldo sui nuovi ordini passa dal -21,4% al +7,1%, mentre quello sui livelli di attività sale da -21,4% a +14,3%. Negativo, invece, il saldo sull’occupazione, sebbene nessuna azienda del comparto prospetti il ricorso agli ammortizzatori sociali. Il tasso di utilizzo delle risorse si mantiene elevato (75,6%).
Pubblicazione a cura del Centro Studi di Confindustria Cuneo con i dati rilevati tra il 22 novembre e il 9 dicembre 2022.
Centro Studi Confindustria Cuneo
Responsabile: Elena Angaramo
Tel. 0171 455 429
Cell. 335 7476531
e.mail: centrostudi@confindustriacuneo.it
[1] Prometeia, Rapporto di previsione dicembre 2022
[2] L’analisi viene effettuata per i singoli settori in cui si è registrato un numero statisticamente significativo di risposte (>5% del totale).