Care colleghe e cari colleghi.
I dati congiunturali dell’economia e dell’industria della nostra provincia, salvo il comparto alimentare, esprimono in questi mesi un certo rallentamento. Al contempo i prezzi al consumo sono aumentati un po’ su tutti i fronti con ricadute non proprio positive sull’economia e sul bilancio delle famiglie.
Non è particolarmente necessario fare riferimento a studi di settore, ad analisti finanziari, a consulenti economici, a grafici multicolore. Basta andare al mercato rionale, a mangiare una pizza, a fare benzina, a vivere la vita reale.
In mezzo ci sta la politica…che esprime a volte più proclami che indirizzi.
Il ceto medio produttivo, ce lo diciamo da anni, continua ad essere penalizzato.
Ci considerano da decenni un “bancomat” (una vera e propria “dittatura” tributaria nei nostri confronti) quasi sempre per ideologia mancina e invidia sociale.
Sulla perequazione delle pensioni si evidenzia una scelta che ha dell’incredibile specie se prodotta da un Governo che dovrebbe tutelare anche le professionalità e i diritti di chi, per decenni, si è adoperato per migliorare il Paese.
Adesso va di moda la cultura “green” ma chi la paga?
Sempre il ceto medio!
Cosa fare?
Fare sistema, aderire a Federmanager per far sentire anche la nostra voce, esprimere un senso di appartenenza alla nostra territoriale, sostenere nelle istituzioni dirigenti industriali che abbiano dimostrato per anni di conoscere il mercato e la vita reale a prescindere da tessere di appartenenza, master, lauree e filosofia.
Faccio un esempio per conoscenza diretta.
A Savigliano per 30 anni i sindaci, salvo uno, sono stati professori, medici, avvocati, insegnanti.
Cari politici…ma di cosa stiamo parlando?
Il Presidente
Fulvio D’Alessandro